martedì 23 novembre 2010

I FONDI DELLA 433

“A distanza di 20 anni dalla tragica notte del 13 dicembre del 1990, quando un forte sisma colpì le province di Siracusa, Ragusa e Catania, provocando innumerevoli danni alle strutture pubbliche e private, non sono ancora state rese disponibili le somme dell’ultima rimodulazione per il recupero delle stesse”.
Lo denuncia l’On. Vincenzo Vinciullo, Vice Presidente della Commissione “Affari Istituzionali”, che ha presentato un’Interrogazione parlamentare al Presidente della Regione per denunciare che il decreto di rimodulazione è stato già firmato ma le somme non sono ancora disponibili.
“In seguito al devastante evento calamitoso – si legge nell’Interrogazione - è stata approvata, il 31/12/1991, la Legge n. 433, avente ad oggetto la ricostruzione degli immobili pubblici e privati colpiti dal sisma. Dopo quasi 20 anni, con nota n. 40030 del 14 settembre 2010, il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza della Regione, ha trasmesso la proposta di rimodulazione dei fondi della citata Legge, unitamente alla relazione del 6 settembre 2010 del Comitato tecnico paritetico Stato-Regione. La Giunta Regionale, con delibera n.386 del 15 ottobre 2010, ha provveduto alla rimodulazione del Piano di riferimento degli interventi finanziati con la Legge 31 dicembre 1991, n. 433”.
“Nonostante quanto deliberato dalla Giunta Regionale – spiega Vinciullo - le somme, adeguatamente rimodulate e ridistribuite, non risultano ad oggi disponibili e un ulteriore e ingiustificato ritardo causerà un altro, inevitabile rinvio nell’esecuzione dei lavori di recupero degli immobili pubblici e privati. La mancata disponibilità delle somme rischia, inoltre, di portare al collasso sia i proprietari degli immobili privati, sia le imprese esecutrici dei lavori, sia i tecnici impegnati nella progettazione e direzione degli interventi”.
Vinciullo chiede, quindi, al Governo “se non ritenga necessario intervenire urgentemente per rendere immediatamente disponibili le somme previste dalla Legge 433 ed onorare così le legittime attese di un territorio segnato da un evento calamitoso che, seppur lontano negli anni, è ancora vivo nella mente della maggior parte dei siciliani. La verità – conclude Vinciullo - è che il Presidente Lombardo non finisce di stupirci ed arriva perfino a smentire se stesso, ad ulteriore dimostrazione che siamo ormai al capolinea, che questa esperienza politico-governativa purtroppo fa acqua da tutte le parti e che, nell’interesse della Sicilia, sarebbe bene che si concludesse al più presto”.

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