Il Consiglio di Stato, - si legge in un’Interrogazione presentata al Governo della Regione dall’On. Vincenzo Vinciullo, Presidente della Commissione “Affari Istituzionali” - accogliendo una ‘class-action’ promossa dal CODACONS, (Associazione che tutela i diritti dei consumatori) e respingendo il ricorso presentato dal Ministro per la Pubblica Istruzione, ha stabilito che lo stesso Ministero dovrà avviare, immediatamente, il piano di edilizia scolastica per evitare i fenomeni di sovraffollamento delle classi. Le nuove direttive stabilite dal Consiglio di Stato coinvolgono, ovviamente, anche la nostra Regione, a prescindere dal fatto che, per le proprie prerogative autonomiste, la Sicilia ha una organizzazione scolastica diversa dalle altre regioni d’Italia. Appare, comunque, evidente che la decisione del Consiglio di Stato rivoluziona il mondo scolastico in Sicilia, considerando che, con la chiusura di numerose classi, il sovraffollamento è diventato un fenomeno quasi regolare in tutti i plessi scolastici siciliani ed è impensabile che i Comuni e le Provincie Regionali possano, da soli, intervenire per la costruzione di nuovi plessi scolastici, considerando i gravi problemi di liquidità che gli stessi affrontano, quotidianamente, a causa dei tagli dei finanziamenti e del patto di stabilità. Considerato – conclude l’On. Vinciullo – che l’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale ha, da tempo, emanato il nuovo programma regionale di edilizia scolastica, tenendo conto anche dei fondi PAR-FAS destinati proprio a questo scopo, è urgente e indispensabile rivedere l’intero piano di edilizia scolastica regionale, considerando le nuove problematiche legate all’indirizzo dato dal Consiglio di Stato sul sovraffollamento delle classi ed effettuare un’attenta analisi delle situazioni esistenti in Sicilia per verificare se Comuni, Provincie e Sovrintendenza scolastica regionale applichino in toto quanto stabilito della sentenza del Consiglio di Stato e come intendano garantire la qualità delle scuole siciliane per evitare il fenomeno delle “classi pollaio.
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